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Miniera Malfidano a Buggerru

Introduzione

La Miniera di Malfidano è una delle testimonianze storiche più significative del Sulcis, situata nel comune di Buggerru, nella Regione Fluminese. Questo antico sito minerario, che ha visto l’estrazione di piombo e zinco, è avvolto da una storia di conflitti, lotte sindacali e progressi tecnologici che lo rendono un luogo affascinante per gli appassionati di archeologia industriale e per chi desidera esplorare il legame tra l’uomo, il lavoro e la natura in Sardegna.

Oggi, Malfidano non è solo una miniera abbandonata, ma un sito di valore storico e naturalistico che sorge in un paesaggio mozzafiato, accanto a bellissime spiagge e spettacolari falesie a picco sul mare.


Scheda tecnica

  • Comune: Buggerru
  • Regione: Fluminese
  • Altimetria media: 5 – 70 metri
  • Estrazioni minerali principali: piombo e zinco
  • Proprietà: pubblica
  • Origine del nome: dal rilievo di Malfidano, anticamente ritenuto ritrovo di persone di malaffare

Itinerario e accesso

Sono diverse le strade che permettono di raggiungere la Miniera di Malfidano.

  1. Da Masua e Nebida: si percorre una strada panoramica di circa 15 km che conduce al villaggio abbandonato di Pranu Sartu.
  2. Da Fluminimaggiore: si arriva a Buggerru in circa 15 km su strada asfaltata.
  3. Da Iglesias: si segue la statale verso Fluminimaggiore, svoltando a sinistra prima del passo di Genna Bogai. Si percorre una strada sterrata lunga circa 13 km che attraversa Grugua, Gutturu Cardaxiu, Planu Dentis e Pira Roma, per poi innestarsi sulla strada Acquaresi-Buggerru.

Questa terza via è la più ardua, ma anche la più affascinante dal punto di vista naturalistico, ed è consigliata nella bella stagione con l’ausilio di una buona carta topografica.


Descrizione del villaggio minerario

Il villaggio minerario di Malfidano si presenta diviso in due nuclei:

  • Il primo, che si affaccia sull’insenatura di Buggerru, ospita i ruderi degli impianti industriali, oggi in stato di abbandono ma carichi di fascino.
  • Il secondo nucleo, situato nel fondovalle, è composto da unità abitative che ospitavano i minatori.

A breve distanza si trovano i resti della laveria La Marmora e, di fronte, quelli della laveria Malfidano, oggi ridotta a pochi elementi in legno. Nonostante lo stato di conservazione precario, il sito mantiene un altissimo valore documentale e paesaggistico.


Storia della miniera

Le vicende di Malfidano affondano le radici in un contesto giuridico e politico complesso. Nel Salto Gessa, una disputa legale tra la famiglia toscana Modiglioni e i piemontesi segnò l’inizio dello sfruttamento minerario. Mentre i toscani rivendicavano la proprietà del giacimento secondo le leggi granducali, la nascente Società Mineraria Malfidano iniziò comunque a operare, attirando l’interesse per i ricchi bacini di piombo e zinco.

Nel 1870 iniziarono le attività estrattive, con particolare attenzione al bacino di Caitas. Sorsero tre laverie:

  • la laveria Buggerru,
  • la La Marmora (ultimata nel 1886),
  • e la più importante, la Malfidano, situata nei pressi del porto.

Fu costruita anche la galleria Lucien, per il drenaggio delle acque.

Il XX secolo si aprì in un clima di crisi sociale: il 4 settembre 1904, i minatori scesero in sciopero per chiedere migliori condizioni di lavoro. La protesta fu repressa con violenza, e quell’evento è oggi ricordato come uno dei primi episodi di rivolta operaia in Sardegna.

Nonostante ciò, l’attività estrattiva proseguì, registrando miglioramenti tecnici e produttivi, tanto che Malfidano raggiunse posizioni di rilievo nei mercati internazionali.

Nel 1940, la miniera passò alla Società Mineraria Metallurgica di Pertusola, ma anche questa fase fu segnata da dure proteste sindacali: l’organizzazione del lavoro era considerata pericolosa, i turni massacranti e la produttività imposta ai limiti della sopportazione.

Nel 1961, duecento operai insorsero, e nel 1962 fu chiuso il bacino di Caitas. L’anno successivo, l’intera attività venne sospesa.

Il 13 novembre 1969, la Pertusola cedette le miniere alla Piombo Zincifera Sarda, che avviò una difficile fase di ristrutturazione. Furono scoperti nuovi filoni, tra cui giacimenti di barite, ma gli alti costi e il calo della forza lavoro portarono alla chiusura definitiva.


Situazione attuale e prospettive

Oggi il complesso minerario di Malfidano è abbandonato, ma rimane un luogo di grandissimo valore per la storia del lavoro in Sardegna e per la memoria delle lotte sociali.

Il potenziale turistico e culturale dell’area è notevole:

  • il paesaggio è spettacolare,
  • le spiagge vicine, come quella di San Nicolò,
  • le dune di sabbia,
  • e le imponenti falesie di Cala Domestica offrono scenari ideali per itinerari storico-naturalistici.

Un’adeguata valorizzazione del sito, attraverso percorsi guidati, pannelli informativi e attività didattiche, potrebbe trasformare Malfidano in un punto di riferimento dell’archeologia industriale in Sardegna.

Il suo passato drammatico e glorioso, immerso in una natura potente e incontaminata, merita di essere riscoperto.

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