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Ferrovie Sulcis Iglesiente

Un viaggio tra rotaie, miniere e memoria industriale

Fino al 1974, il territorio del Sulcis Iglesiente era attraversato da una rete ferroviaria capillare e articolata, composta da 47 km di linee a scartamento ordinario e oltre 120 km di ferrovie a scartamento ridotto, gestite prevalentemente dalle Ferrovie Meridionali Sarde (FMS). Oggi, di quel complesso sistema ferroviario sopravvivono soltanto le tratte:

  • Decimomannu – Iglesias
  • Villamassargia – Carbonia

Ma l’eredità lasciata da queste linee storiche è ancora viva nel paesaggio, nelle architetture industriali, nei ponti e nelle vecchie stazioni che punteggiano il territorio. Questa sezione del sito vuole raccontare – in chiave turistica e culturale – la storia delle ferrovie nel Sulcis, con particolare attenzione alle tratte secondarie, spesso dimenticate, ma ricchissime di fascino e significato.


Le Ferrovie Meridionali Sarde

Fondate nei primi decenni del Novecento, le Ferrovie Meridionali Sarde furono pensate per favorire il collegamento tra i centri agricoli e minerari del Sulcis e i porti di esportazione sul Tirreno e sul Mediterraneo. Le linee si svilupparono soprattutto a scartamento ridotto (950 mm), data la difficoltà del terreno e la volontà di contenere i costi.

Tra le più importanti ricordiamo:

🚂 Linea Siliqua – San Giovanni Suergiu – Calasetta

Una delle tratte più lunghe e suggestive, con 79 km di tracciato tra ponti, gallerie e stazioni, attraversando alcuni dei paesaggi più affascinanti del Sulcis. Un’opera ingegneristica imponente, oggi visitabile solo nei suoi resti.

🚂 Linea Iglesias – San Giovanni Suergiu

Attiva dal 1926 al 1974, collegava l’area mineraria di Monteponi con Carbonia e il basso Sulcis, passando per Gonnesa, Bacu Abis e Serbariu. È una delle linee più emblematiche del rapporto tra ferrovia e industria mineraria.


Le ferrovie minerarie

Accanto alle linee ufficiali delle FMS, nel Sulcis operarono anche ferrovie private minerarie, spesso a tracciato ridotto o su monorotaia, che collegavano direttamente le miniere (Monteponi, Serbariu, Rosas) ai porti (Portoscuso, Portovesme). Queste infrastrutture, spesso poco documentate, sono oggi oggetto di studio e riscoperta da parte di appassionati, archeologi industriali e promotori di turismo lento.


Un patrimonio da valorizzare

Oggi, le antiche ferrovie del Sulcis possono diventare percorsi tematici, itinerari ciclabili, proposte di turismo industriale o semplicemente tappe emozionanti di un viaggio nella Sardegna meno conosciuta. Alcune ex stazioni sono state riutilizzate come musei locali, centri culturali o punti d’informazione turistica. Altre attendono ancora di essere riscoperte.


In questa sezione potrai esplorare:

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