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Miniera Capo Becco Carloforte

Introduzione

Affacciata sulle scogliere selvagge dell’Isola di San Pietro, la Miniera di Capo Becco è una delle realtà più suggestive dell’archeologia mineraria del Sulcis. Avvolta da un paesaggio marino di rara bellezza, tra rocce, vento e profumo di macchia mediterranea, questa miniera rappresenta un esempio unico di sfruttamento del manganese in un contesto insulare.

Luogo poco conosciuto ma dal grande fascino, Capo Becco racconta una storia secolare fatta di uomini, lavoro, esportazioni e sogni industriali legati al commercio marittimo. Oggi, ciò che resta è un paesaggio che fonde perfettamente natura, ruderi e memoria storica.


Scheda tecnica

  • Comune: Carloforte
  • Regione: Isola di San Pietro (Arcipelago del Sulcis)
  • Altimetria media: 90 metri
  • Estrazione minerali principali: manganese
  • Proprietà: privata

Itinerario e accesso

La Miniera di Capo Becco si raggiunge partendo dal centro abitato di Carloforte in direzione del porto e delle saline. Da lì, si svolta a destra verso Capo Sandalo, il punto più occidentale dell’isola. Dopo alcuni chilometri si scorgono i ruderi della laveria Macchione.

La strada si fa stretta e tortuosa: dopo circa 1,5 km si arriva nei pressi dell’antica miniera. Da quel punto in poi si prosegue a piedi lungo un sentiero che attraversa un paesaggio naturale incontaminato, con vista sul mare. È vivamente consigliato l’uso di una carta topografica per orientarsi, specialmente in presenza di condizioni atmosferiche variabili.


Descrizione del villaggio minerario

Il villaggio minerario di Capo Becco era piccolo e raccolto, costruito su un terreno impervio che si affaccia su scogliere spettacolari. Ancora oggi si possono ammirare:

  • la villa del direttore, una graziosa costruzione che domina il paesaggio,
  • i ruderi di un camerone per i minatori,
  • e i vecchi imbocchi della miniera, di cui uno parzialmente franato e un altro noto come San Carlo.

Sul litorale, si intravedono i resti dei silos dove veniva accumulato il minerale, e una piccola spiaggia d’approdo usata per il carico su battelli. L’intero complesso, seppur ridotto, conserva una forte suggestione e un’atmosfera sospesa nel tempo.


Storia della miniera

L’interesse per le ocre di manganese dell’Isola di San Pietro iniziò nella seconda metà dell’Ottocento grazie a Pietro Chareyze, che nel 1873 ottenne il permesso di coltivazione nei pressi di Capo Rosso e Capo Becco.

Nel 1877 subentrò Edmondo Pilot, che avviò contatti commerciali con Marsiglia e fece costruire due forni per il trattamento del minerale, rivelatisi però inadatti. Si decise così di esportare il materiale grezzo direttamente in Francia.

Successivamente, la miniera passò alla famiglia Bellegrandi, che ne rilanciò la produzione, rendendola un nodo importante per l’economia locale. Un piccolo villaggio si sviluppò per accogliere le famiglie dei minatori.

Nel 1921 nacque a Roma la Compagnia Mineraria di Capo Rosso, alla quale i Bellegrandi cedettero parte della concessione, proprio mentre le attività subivano un calo.

Negli anni Trenta, grazie all’investimento dell’ingegnere tedesco Otto Kassel, l’attività riprese vigore. Ma nel 1937, quando la miniera fu concessa all’AMMI, lo scarso interesse dell’ente ne frenò lo sviluppo.

Nel 1950 si registrò una nuova ripresa grazie a un impianto moderno ed efficiente. La gestione, negli anni successivi, fu affidata a Eraldo Uccheddu, collaboratore della famiglia Kassel, che portò avanti i lavori fino al 1977, anno della definitiva chiusura.


Situazione attuale e prospettive

La Miniera di Capo Becco, sebbene oggi in stato di abbandono, rappresenta un autentico patrimonio storico, naturalistico e paesaggistico. I ruderi si fondono perfettamente con il paesaggio costiero, creando uno scenario unico dove la memoria del lavoro si intreccia con la potenza selvaggia della natura.

L’area offre grandi opportunità di valorizzazione culturale e turistica: itinerari escursionistici, percorsi didattici sul patrimonio minerario dell’isola e visite guidate tra le scogliere e i resti del villaggio potrebbero trasformare Capo Becco in una meta imperdibile per il turismo esperienziale e sostenibile.

La vicinanza con Capo Sandalo e il faro panoramico rendono il sito parte di un percorso naturalistico di grande impatto, perfetto per chi cerca una Sardegna diversa, autentica e ricca di storia.

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