Miniera di Arenas: Testimonianza Mineraria nel Cuore del Fluminese
Introduzione Nel cuore selvaggio e affascinante del territorio di Fluminimaggiore, incastonata tra i rilievi granitici del Sulcis Iglesiente, la miniera di Arenas rappresenta una delle testimonianze più significative del passato estrattivo della Sardegna. Conosciuta per l’importanza dei suoi giacimenti di piombo e zinco, Arenas ha vissuto decenni di intensa attività, lasciando un’impronta indelebile nel paesaggio e nella memoria collettiva del territorio.
Scheda tecnica
- Comune: Fluminimaggiore
- Regione storica: Fluminese
- Altimetria media: 600 m s.l.m.
- Minerali principali: Piombo e zinco
- Proprietà: Pubblica
- Origine del nome: Deriva dalla presenza di banchi sabbiosi (“arenas” in spagnolo)
Itinerario e localizzazione La miniera è raggiungibile da Domusnovas, seguendo la strada asfaltata che conduce alla miniera di San Giovanni, per poi proseguire per circa 10 km. In alternativa, si può partire da Iglesias, attraversare San Benedetto e percorrere 16 km di sterrato fino ad arrivare al complesso minerario.
Il villaggio minerario Arenas si distingue per l’estensione degli scavi e per il grande valore naturalistico della valle in cui sorge. Il villaggio minerario, oggi in rovina, era costituito da una quindicina di edifici, tra cui abitazioni per i minatori, una chiesetta, uffici, un laboratorio chimico e una centrale elettrica, costruita nel secondo dopoguerra. La presenza del rilievo di Punta Tinì rende il paesaggio ancor più suggestivo.
Storia della miniera La scoperta di Arenas è attribuita all’inglese George Henfrey nel 1881. Il primo giacimento, San Carlo, era caratterizzato da un filone di piombo superficiale, ma gli interessi sulla miniera si raffreddarono più volte. L’intervento della società Pertusola diede nuovo impulso: vennero costruiti il pozzo Lheraud e la laveria Genna Carru, oltre a nuove abitazioni e officine.
Durante la Seconda guerra mondiale, nonostante le difficoltà, la miniera riuscì a mantenere la produzione grazie al supporto del cantiere Cuccuru Tiny, che poi fu annesso ad Arenas. Gli anni ’50 segnarono un’evoluzione tecnologica con l’introduzione di nuovi macchinari, che permisero scavi più profondi.
Nel 1963 il distacco dalla Monteponi causò la chiusura di Tiny. Sei anni più tardi, nel 1969, Arenas passò alla Piombo Zincifera Sarda. L’ultimo passaggio avvenne nel 1982 alla Samim, ma nello stesso anno impianti e uffici vennero definitivamente chiusi e il villaggio abbandonato.
Stato attuale e prospettive future Oggi Arenas giace in silenzio, tra vegetazione fitta e voragini aperte che testimoniano un passato industriale glorioso e difficile. Le sue rovine, la laveria, gli impianti abbandonati e le abitazioni dei minatori sono elementi di grande fascino, che offrono uno spunto importante per una possibile valorizzazione turistica e culturale. L’intera area, se recuperata con criterio, potrebbe diventare un luogo di memoria storica e di interesse naturalistico.