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Miniera di Masua: tra rocce, mare e ingegno minerario

Introduzione

La miniera di Masua è uno dei siti minerari più iconici della Sardegna, incastonata tra le spettacolari falesie calcaree a picco sul mare e avvolta da una rigogliosa macchia mediterranea. Divenuta celebre anche per la straordinaria opera ingegneristica di Porto Flavia, Masua ha rappresentato per oltre un secolo un polo di eccellenza nell’estrazione di piombo e zinco. Oggi è una tappa imprescindibile lungo il cammino dell’archeologia industriale del Sulcis Iglesiente.


Scheda tecnica

  • Comune: Iglesias
  • Regione storica: Iglesiente
  • Altimetria media: 40 – 100 m s.l.m.
  • Estrazioni principali: Piombo, zinco
  • Proprietà: Pubblica
  • Accesso: Raggiungibile da Iglesias e da Nebida lungo una suggestiva strada panoramica. È consigliato l’uso di una cartina topografica per raggiungere il villaggio minerario, situato ai piedi delle pareti calcaree.

Itinerario e accesso

La miniera di Masua si trova lungo una delle strade panoramiche più belle della costa sud-occidentale della Sardegna. Partendo da Iglesias o da Nebida, il percorso regala scorci sul mare e sulla costa frastagliata. Dopo aver superato Nebida, si scende verso il mare fino ad arrivare al villaggio minerario, posizionato tra le pareti calcaree. Il sito è ben segnalato e parzialmente visitabile, anche grazie ai percorsi naturalistici e alle escursioni guidate organizzate per Porto Flavia.


Descrizione del villaggio minerario

Il villaggio minerario di Masua si distingue per le sue alte costruzioni dalle linee semplici, immerse nel verde e incastonate tra le rocce. I principali edifici presenti sono:

  • Le abitazioni dei minatori
  • La chiesetta, in posizione centrale e sopraelevata
  • Il circolo dei lavoratori
  • L’ufficio direzionale e l’infermeria
  • A soli 15 metri sul mare, il celebre Porto Flavia, con il suo spettacolare portale scavato nella roccia

Questo contesto unico rende Masua non solo un sito minerario, ma anche un paesaggio culturale straordinario, dove natura e ingegno umano si fondono.


Storia della miniera

Le attività estrattive a Masua iniziano ufficialmente nel 1813, quando Don Carlo Negretti raccolse i primi campioni mineralogici. Nel 1859, la Società Anonima delle Miniere di Montesanto ottenne la concessione e diede avvio alle operazioni con la costruzione di gallerie e una fonderia.

Durante la gestione di Francesco Calvo e dell’ing. Scarzella, fu realizzata una laveria meccanica e un piccolo villaggio in pietra. Nel 1884, la Montesanto acquisì il pieno controllo del sito, trasformandolo in una delle più importanti miniere dell’isola.

Nei primi del ‘900 la miniera passò alla Società di Lanusei, che modernizzò gli impianti. Tuttavia, le guerre e la crisi economica ridussero la produttività, fino al passaggio alla compagnia belga Vieille Montagne, che intraprese la più imponente opera mai realizzata nel Sulcis: Porto Flavia. Progettato dall’ingegnere Cesare Vecelli, questo porto minerario rivoluzionò il trasporto del minerale, permettendo il carico diretto sulle navi dal deposito nella montagna.

Dopo la crisi degli anni Trenta, Masua venne ceduta alla SAPEZ e, nel secondo dopoguerra, l’attività riprese lentamente grazie all’unificazione con Nebida e alla creazione di nuovi impianti:

  • Impianto di flottazione (anni ’50)
  • Galleria di greggio Ornella, lunga 12 km, per il trasporto da Acquaresi
  • Nuovi sistemi di controllo esterni

Negli anni successivi le attività furono gradualmente trasferite a Campo Pisano. L’ultimo cantiere in riva al mare fu chiuso definitivamente nel 1991.


Situazione attuale e prospettive

Oggi la miniera di Masua è una delle mete più affascinanti del turismo minerario in Sardegna. Il sito è valorizzato attraverso visite guidate a Porto Flavia, oggi museo a cielo aperto, e da percorsi trekking che conducono lungo la costa e all’interno delle vecchie strutture industriali.

Il paesaggio marino, le scogliere calcaree, la ricca vegetazione mediterranea e l’enorme valore storico del sito rendono Masua un modello perfetto di riconversione culturale e turistica. Le prospettive future includono il potenziamento dell’offerta museale, itinerari didattici e la creazione di eventi tematici legati alla memoria del lavoro minerario.


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