Introduzione
La miniera di Monteponi, situata alle porte di Iglesias, è uno dei complessi minerari più importanti e iconici della Sardegna. Con una storia che affonda le radici nel Medioevo e uno sviluppo imponente durante l’Ottocento e il Novecento, Monteponi ha segnato un’epoca per l’estrazione di piombo, zinco e argento. Oggi, i suoi edifici abbandonati, i pozzi monumentali, le laverie e il paesaggio caratterizzato da fanghi rossi e colline scure, offrono un affascinante scenario di archeologia industriale.
Scheda tecnica
- Comune: Iglesias
- Regione storica: Iglesiente
- Altimetria media: 200 m s.l.m.
- Estrazioni principali: Piombo, zinco, argento
- Proprietà: Pubblica
- Accesso: Da Iglesias, si raggiunge la miniera seguendo le indicazioni per la zona industriale o tramite la SS 130, svoltando all’incrocio per Sant’Antioco e proseguendo per circa 6 km fino all’indicazione “Monteponi”. Gli edifici sono ben visibili dalla strada.
Itinerario e accesso
Monteponi è facilmente raggiungibile in auto dalla città di Iglesias, di cui rappresenta praticamente la periferia industriale. Alternativamente, percorrendo la SS 130, si svolta per Sant’Antioco, e dopo circa 6 km si trova la deviazione per Monteponi. La presenza di edifici imponenti e riconoscibili rende semplice l’individuazione del sito anche senza cartina, ma per una visita dettagliata si consiglia l’uso di una guida o mappa specializzata.
Descrizione del villaggio minerario
Il complesso minerario di Monteponi si presenta come un agglomerato disordinato ma affascinante di edifici industriali e tecnici. È una sorta di città della produzione, che racchiude:
- Le laverie meccaniche Vittorio Emanuele e Calamine, costruite dopo la demolizione di impianti più antichi
- La palazzina Bellavista, elegante edificio in stile neoclassico edificato nel 1865, simbolo storico della miniera
- Il pozzo Sella e il pozzo Vittorio Emanuele, monumentali strutture dedicate a due figure centrali della storia mineraria italiana
- I forni di calcinazione, sul fianco del monte
- Il gigantesco scavo a cielo aperto di Is Cungiaus, a forma di cono rovesciato, da cui si diramano numerose gallerie
L’insieme degli edifici, sovrapposti in modo irregolare, offre uno scenario scenografico, accentuato dal contrasto con la colorazione rossastra del terreno e dal verde circostante.
Storia della miniera
La storia di Monteponi inizia già in epoca pisana, quando attorno alla città medievale di Villa di Chiesa si effettuavano i primi scavi alla ricerca di metalli preziosi. Tuttavia, la vera svolta avvenne nel 1850, quando la miniera fu concessa a un gruppo di imprenditori privati.
Fu Nicolay, ingegnere e imprenditore, a trasformare radicalmente Monteponi, con nuove gallerie, impianti moderni e la realizzazione di un villaggio operaio. In quegli anni si affrontò il grave problema delle infiltrazioni d’acqua, risolto con la costruzione della galleria Umberto I, un’opera di straordinaria ingegneria.
Nel frattempo, si attivava anche la linea ferroviaria Portovesme, che collegava la miniera al mare per l’imbarco dei minerali. Nei primi anni del Novecento, grazie all’ingegnere Ferraris, furono introdotte tecnologie all’avanguardia e fu creato un impianto per la produzione di acido solforico.
Negli anni Venti, Monteponi introdusse un sistema innovativo per la separazione dello zinco, raggiungendo i massimi livelli produttivi. Solo le due guerre mondiali rallentarono la produzione, a causa della scarsità di materie prime e della perdita di manodopera.
Il vero “periodo d’oro” di Monteponi si ebbe tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando la miniera era all’apice dell’efficienza e della produttività. Tuttavia, a partire dagli anni Settanta, cominciarono a emergere i primi segni di crisi strutturale: costi troppo alti, calo dei rendimenti e progressiva riduzione del personale.
La gestione passò progressivamente sotto controllo statale, ma l’attività estrattiva cessò definitivamente entro la fine del XX secolo. Gli impianti vennero dismessi e l’intero villaggio minerario abbandonato.
Situazione attuale e prospettive
Oggi Monteponi si presenta come un museo industriale a cielo aperto, dove l’enorme eredità tecnica, architettonica e culturale attende una piena valorizzazione. Le sue strutture monumentali, come la palazzina Bellavista, i pozzi storici e il grande scavo di Is Cungiaus, sono visitabili in parte e rappresentano un’occasione unica per chi ama la storia industriale e il patrimonio minerario.
Sono in corso progetti per il recupero dell’area, con proposte di musealizzazione, percorsi guidati e iniziative culturali. La vicinanza con Iglesias e la facilità d’accesso rendono Monteponi una tappa ideale per scuole, turisti e appassionati.