Introduzione
La miniera di Nebida è uno dei luoghi simbolo dell’archeologia industriale sarda. Situata tra montagne ricche di minerali e una costa tra le più spettacolari del Sulcis Iglesiente, Nebida è celebre per la sua affascinante laveria Lamarmora, che domina il mare con i suoi grandi archi in pietra. Un tempo vivace villaggio minerario, oggi Nebida è una tappa fondamentale nei percorsi che raccontano la storia del piombo e dello zinco in Sardegna.
Scheda tecnica
- Comune: Iglesias
- Regione storica: Iglesiente
- Altimetria media: 70 – 150 m s.l.m.
- Estrazioni principali: Piombo, zinco
- Proprietà: Pubblica
- Accesso: Da Iglesias, si segue la strada per Carbonia; dopo circa 8 km si svolta per Nebida. La strada costeggia la spiaggia di Fontanamare. Dopo 6 km si raggiunge il paese. Si consiglia l’uso di una carta topografica per identificare con precisione il villaggio minerario.
Itinerario e accesso
Raggiungere Nebida è semplice e affascinante. Da Iglesias si imbocca la strada per Carbonia e, dopo circa 8 km, si svolta a destra seguendo le indicazioni per Nebida. Il tragitto, che passa lungo la splendida spiaggia di Fontanamare, è un’esperienza paesaggistica in sé. Dopo ulteriori 6 km si arriva al paese, dove si trovano i resti del villaggio minerario. La laveria Lamarmora è facilmente accessibile a piedi tramite un percorso panoramico.
Descrizione del villaggio minerario
Il villaggio minerario di Nebida è caratterizzato da una disposizione ordinata e funzionale. I suoi punti di riferimento erano:
- La piazza centrale
- Il circolo dei lavoratori
- L’infermeria
- Le residenze dei dirigenti
- Una piccola chiesa, in posizione sopraelevata rispetto al resto del villaggio
I cantieri si sviluppavano lungo il versante montuoso, mentre sulla costa si affaccia la maestosa laveria Lamarmora, costruita nella seconda metà dell’Ottocento. I suoi archi in pietra la rendono un elemento architettonico di grande valore estetico e storico.
Storia della miniera
Le origini dell’attività mineraria a Nebida risalgono a tempi remoti, ma è dalla seconda metà dell’Ottocento che il sito assume un ruolo centrale nel comparto estrattivo sardo. L’8 giugno 1865, il diritto di sfruttamento venne concesso a Prospero Christin, che realizzò una fonderia sulla spiaggia di Fontanamare.
Nel 1873, furono autorizzate le coltivazioni di altri minerali, intensificando la produzione. Nel 1881 venne costruito un pozzo per l’approvvigionamento dell’acqua marina e, attorno allo stesso periodo, si formarono le prime abitazioni per i lavoratori.
Nel 1895, la miniera passò alla Società Anonima di Nebida, che ottimizzò gli impianti e ampliò il villaggio. Due anni dopo, nel 1897, fu ultimata la laveria Lamarmora, una delle più imponenti dell’intero bacino. Tuttavia, le infiltrazioni d’acqua rappresentarono un costante ostacolo tecnico.
Con la Prima Guerra Mondiale, la miniera subì una pesante crisi dovuta alla perdita di manodopera e all’aumento dei costi. La ripresa avvenne negli anni Venti, ma fu nuovamente frenata dal secondo conflitto mondiale. L’AMMI (Azienda Minerali Metallici Italiani) subentrò nella gestione e realizzò un impianto di flottazione moderno.
Nel 1947 i cantieri ripresero a pieno ritmo. Un fattore decisivo fu l’arrivo dell’energia elettrica, che consentì un aumento dell’efficienza. Il giacimento venne successivamente concesso alla Società Anonima Piombo e Zinco.
Nel 1968 fu realizzato il grande cantiere Alice, ricco di minerali ossidati, che rappresentò un momento di grande prosperità. I materiali venivano trasportati tramite la galleria Ornella, che collegava Nebida con Masua e Acquaresi.
Purtroppo, una nuova crisi produttiva negli anni successivi portò a licenziamenti di massa e al declino dell’intero comparto. La chiusura definitiva della miniera segnò anche la fine dell’epoca mineraria a Nebida, con un drastico calo della popolazione locale e una transizione forzata verso il polo industriale di Porto Vesme.
Situazione attuale e prospettive
Oggi la laveria Lamarmora domina ancora il paesaggio, simbolo della memoria mineraria del Sulcis Iglesiente. Nebida è una delle mete più suggestive per il turismo culturale e naturalistico, grazie anche alla costiera mozzafiato, ai ruderi minerari ben conservati e ai percorsi escursionistici panoramici.
Il sito è incluso in progetti di valorizzazione del patrimonio industriale, con prospettive legate alla musealizzazione a cielo aperto, all’organizzazione di eventi culturali e alla promozione di percorsi didattici.