Introduzione
Nel cuore verde del Sulcis, immersa nella rigogliosa vegetazione mediterranea che abbraccia il versante orientale della valle del Cixerri, sorge la Miniera di Orbai. Una testimonianza affascinante del passato minerario della Sardegna, dove natura, archeologia industriale e memoria storica si fondono in un paesaggio suggestivo.
Un tempo centro produttivo di piombo, zinco e bario, oggi Orbai è un sito ricco di fascino, con i resti degli impianti minerari, le laverie, le case dei minatori mai abitate e uno scenario paesaggistico che incanta ogni visitatore.
Scheda tecnica
- Comune: Villamassargia
- Regione: Sulcis
- Altimetria media: 300 metri
- Estrazioni minerali principali: piombo, zinco, bario
- Proprietà: pubblica
- Origine del nome: dalla società degli Orbi, attiva dal 1872
Itinerario e accesso
La Miniera di Orbai è facilmente raggiungibile da Villamassargia, seguendo la strada provinciale che parte da Siliqua. Una volta imboccata la deviazione segnalata verso la miniera, il tragitto continua su una strada sterrata che si inoltra nel cuore del Parco Geominerario della Sardegna.
In alternativa, è possibile raggiungerla da Miniera Rosas, attraverso un percorso escursionistico immerso nella natura, ideale per amanti del trekking e della fotografia paesaggistica. Lungo il tragitto, si ammirano scorci mozzafiato sulla valle del Cixerri e si respira l’atmosfera silenziosa e densa di storia di questo angolo nascosto del Sulcis.
Descrizione del villaggio minerario
L’ex villaggio minerario di Orbai si affaccia sulla valle con i suoi edifici principali ancora in piedi, tra cui spicca l’impianto di trattamento, ben conservato. Non passa inosservato il grande forno del villaggio e un’ampia area con bacini di fanghi di flottazione, dalle forme scolpite dall’acqua piovana che ne ha modellato i contorni in modo quasi artistico.
Su un versante del sito si trovano le casette dei minatori, mai completate né abitate, che testimoniano l’ambizione di un progetto abitativo rimasto incompiuto. L’intero complesso, pur segnato dal tempo, conserva un grande valore storico e paesaggistico.
Storia della miniera
La storia mineraria di Orbai prende avvio nel 1872, quando la società degli Orbi ottenne il permesso di coltivare il piombo. La scoperta del vicino giacimento di Rosas nel 1881 portò a un’intensa attività esplorativa anche a Orbai, dove vennero individuati filoni ricchi di galena.
Fu la The United Limited Company, successivamente nota come Pertusola, a strutturare il sito con nuovi macchinari e una laveria efficiente. Dopo un periodo di inattività, nel 1937 la miniera rifiorì grazie all’iniziativa del commerciante iglesiente Teodoro Vassena e di un gruppo di minatori.
Nel dopoguerra, un accordo con la Società Monteponi segnò un nuovo capitolo, ma attriti tra Vassena e il presidente Musio — favorevole alla chiusura dei cantieri meno redditizi — portarono infine all’abbandono definitivo del sito da parte della società mineraria.
Vassena si dedicò allora alla valorizzazione forestale della zona, trasformando il villaggio in un centro per la gestione del patrimonio boschivo, immerso nella rigogliosa macchia mediterranea.
Situazione attuale e prospettive
Oggi la Miniera di Orbai rappresenta un autentico gioiello di archeologia industriale incastonato in un paesaggio naturale di rara bellezza. Il sito è parte del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, e conserva ancora visibili numerosi elementi storici e architettonici: la laveria, i forni, i bacini di flottazione, gli edifici direzionali e le strutture abitative incompiute.
Le potenzialità turistiche e culturali del sito sono enormi. Un recupero mirato, con percorsi guidati, pannelli informativi e iniziative culturali, potrebbe trasformare Orbai in una tappa fondamentale degli itinerari minerari del Sulcis Iglesiente. La sua vicinanza alla Miniera di Rosas, già valorizzata turisticamente, rafforza le opportunità di sviluppo integrato.
Un luogo dove il silenzio racconta storie di fatica, ingegno e trasformazione. Orbai merita di tornare a vivere, sotto una nuova luce.