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Miniera di San Giovanni – Gonnesa: tra archeologia mineraria e meraviglie sotterranee

Introduzione

Nel cuore dell’Iglesiente, incastonata tra rilievi rocciosi e fitte pinete, sorge la miniera di San Giovanni, uno dei complessi minerari più antichi, estesi e affascinanti della Sardegna. Situata nel comune di Gonnesa, la miniera rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto, in cui convivono testimonianze di oltre un secolo di attività estrattiva, ingegneria mineraria d’avanguardia e bellezze naturali uniche, come la straordinaria grotta di Santa Barbara.


Scheda tecnica

  • Comune: Gonnesa
  • Regione storica: Iglesiente
  • Altimetria media: 90 – 130 m s.l.m.
  • Estrazioni principali: Piombo, zinco
  • Proprietà: Pubblica
  • Accesso: Raggiungibile dalla SS 126 seguendo le indicazioni per San Giovanni; dopo pochi chilometri si notano sulla sinistra gli edifici minerari, ben visibili dalla strada.

Itinerario e accesso

La miniera di San Giovanni si raggiunge facilmente in auto lungo la SS 126, con accesso diretto poco dopo l’abitato di Gonnesa. Lungo il percorso, gli imponenti silos, le strutture in cemento e l’inconfondibile laveria Indina si stagliano all’orizzonte, introducendo il visitatore in un paesaggio dal forte impatto visivo.

L’area è divisa in due sezioni:

  • Zona industriale, sede degli impianti principali
  • Zona abitativa, nella frazione di Normann, ancora oggi parzialmente abitata

Descrizione del villaggio minerario

Il villaggio minerario è un esempio ben conservato di insediamento operaio. A Normann, le abitazioni, la scuola e i piccoli orti raccontano la vita quotidiana della comunità che ruotava intorno alla miniera. In contrasto, nella zona industriale, si ergono:

  • I silos per la raccolta del materiale
  • L’imponente laveria Indina, costruita in onore della moglie di Lord Brassey
  • Le officine e i pozzi storici Albert e Carolina
  • Le gallerie che portano alla spettacolare grotta di Santa Barbara, scoperta nel 1952

Un tempo, la ferrovia interna permetteva il trasporto diretto dei minerali verso Portovesme.


Storia della miniera

Le prime testimonianze di sfruttamento risalgono all’epoca pisana, ma è nel 1865 che comincia l’attività industriale, grazie all’ingegnere Keller. Due anni dopo, la miniera fu rilevata dalla Gonnesa Mining Company Ltd., poi ceduta alla Pertusola Ltd., che avviò una produzione su vasta scala.

In questa fase furono realizzati:

  • I cantieri Normann e Henege
  • Una laveria meccanica a Gonnesa
  • La fonderia di Bindua
  • Il villaggio minerario di Normann
  • La moderna laveria Indina

Nel 1938, la Pertusola realizzò un impianto di flottazione e potenziò i pozzi Albert e Carolina, oltre a costruire la ferrovia per Portovesme.

Il secondo dopoguerra vide una nuova fase di sviluppo, ma già negli anni ’60, a causa dell’aumento dei costi energetici e della concorrenza estera, iniziò il declino. Nel 1967, la miniera fu statizzata e passò alla Piombo Zincifera Sarda, segnando però l’inizio del progressivo smantellamento.

Nel 1982, subentrò la SAMIM S.p.A., poi la Società Italiana Miniere, che proseguì fino alla chiusura definitiva negli anni Ottanta.


Situazione attuale e prospettive

Oggi il sito minerario di San Giovanni conserva un grande valore storico e turistico. La laveria Indina, la grotta di Santa Barbara, i pozzi e le officine sono tra gli esempi più significativi di archeologia industriale in Sardegna.

La grotta di Santa Barbara, visitabile solo con guida, è una delle più belle cavità naturali dell’isola: uno spettacolo geologico con stalattiti, stalagmiti, pareti di barite scura e aragonite chiara.

Grazie alla sua accessibilità e alla bellezza dell’ambiente circostante, San Giovanni è un sito perfetto per essere inserito in percorsi didattici, turistici e culturali, e si candida a diventare un parco minerario di rilievo internazionale.

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