Nel cuore del Sulcis, immerso in un paesaggio che profuma di passato e di vento, sorge Tratalias, un piccolo comune che custodisce memorie millenarie e una delle chiese romaniche più affascinanti della Sardegna. Qui il tempo sembra essersi fermato, lasciando spazio alla contemplazione, alla riscoperta delle radici e alla bellezza senza tempo delle pietre antiche.
Un tuffo nella storia: dalle origini nuragiche alla rinascita
Il territorio di Tratalias è da sempre crocevia di civiltà. Le sue origini risalgono all’epoca nuragica, come testimoniano i numerosi nuraghi sparsi nei dintorni. Il più importante è il Nuraghe Meurra, maestoso e ben conservato, situato tra i territori comunali di Tratalias e Giba.
Il primo nucleo urbano del paese sorse nel Medioevo, attorno alla magnifica Chiesa di Santa Maria di Monserrato, eretta nel 1213 in stile romanico-pisano su iniziativa del vescovo Mariano Sardo. Divenne presto un centro religioso di primo piano: nel 1323 accolse la sede della diocesi sulcitana, ospitando il vescovo di Sulci.
Durante il periodo aragonese, Tratalias visse un’epoca di splendore, come testimoniano i raffinati portali in pietra ancora visibili nelle case storiche. Tuttavia, alla fine del XIV secolo, iniziò un lungo periodo di decadenza, venendo inglobata nella baronia di Santadi e successivamente infeudata al vescovo di Iglesias. Solo con la fine del feudalesimo il paese poté riconquistare una propria autonomia amministrativa.
Il XX secolo portò nuovi sconvolgimenti: la costruzione del bacino artificiale di Monte Pranu negli anni Cinquanta causò infiltrazioni che resero inagibile gran parte del centro abitato. Fu così deciso di ricostruire il paese in una nuova area, i cui lavori si conclusero nel 1987. Il vecchio borgo, seppur ridotto, è oggi un gioiello architettonico restaurato e valorizzato.
Una piccola comunità dal cuore grande
Secondo gli ultimi dati ISTAT, Tratalias conta 1.139 abitanti distribuiti su una superficie di 30,96 km², con un’altitudine di 17 metri sul livello del mare. Il comune comprende due piccole frazioni: Tre Case e Is Lais, immerse in una campagna silenziosa e rigogliosa.
Cosa vedere: un borgo medievale e natura incontaminata
Il cuore del paese è il centro storico medievale, con la sua Chiesa di Santa Maria di Monserrato, autentico capolavoro dell’architettura romanica sarda. I vicoli intorno conservano le antiche abitazioni restaurate, alcune delle quali utilizzate per eventi culturali e mostre.
Non lontano si trova il lago artificiale di Monte Pranu, ideale per passeggiate e birdwatching, incorniciato da colline e paesaggi agricoli. L’area rurale di Tratalias è punteggiata di nuraghi e testimonianze archeologiche che attendono di essere scoperte.
Tradizioni ed eventi: la fede e le radici contadine
Il calendario tradizionale di Tratalias è ricco di appuntamenti che rafforzano il senso di comunità. La festa patronale in onore di Santa Maria, celebrata in occasione dell’Ascensione, è un evento sentito e partecipato, con riti religiosi, processioni e momenti di aggregazione.
Tra maggio e agosto si svolgono manifestazioni legate alla cultura contadina: la Sagra della Tosatura, la Sagra del Pane, la Festa degli Anziani e la Settimana dell’Emigrato, dedicata a chi ha lasciato il paese ma continua a sentirlo come casa.
Gastronomia: sapori autentici del Sulcis
La cucina di Tratalias è un perfetto incontro tra terra e acqua. Anguille e coratella sono tra le specialità più apprezzate, insieme ai carciofi, alle verdure locali e a un pane casereccio che racconta la sapienza delle massaie. Non mancano dolci tipici e vini del territorio che accompagnano ogni stagione della tavola.
Curiosità: un paese salvato due volte
Una delle peculiarità di Tratalias è il fatto che il paese sia stato “ricostruito” per intero negli anni Ottanta, dopo le infiltrazioni causate dal lago artificiale. Questo lo rende uno dei pochi comuni sardi ad avere due centri abitati distinti: il borgo medievale, oggi centro culturale e turistico, e la nuova Tratalias, sede della vita quotidiana.
Inoltre, il nome Tratalias potrebbe derivare dal latino tractilia (terreni coltivabili) o da una voce preromana, a conferma della sua antichissima vocazione agricola.