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Villamassargia: tra storia medievale, boschi millenari e tradizioni autentiche

Villamassargia è un luogo dove la storia incontra la natura e le tradizioni resistono al tempo. Immerso nel verde della macchia mediterranea e arricchito da secoli di vicende umane, questo paese del Sulcis racconta una Sardegna fatta di lavoro, arte e spiritualità.

Alle origini del “paese dei massai”

Il toponimo Villamassargia deriva dalla fusione dei termini “villa” (villaggio, paese) e “massargia” (masseria, dei massai), richiamando sin dal nome la sua vocazione agricola. Le case antiche del centro storico, costruite con mattoni di fango e legno, riflettono perfettamente l’economia contadina che ha segnato l’identità del borgo.

L’area è abitata fin dal Neolitico Antico (VI-V millennio a.C.), come dimostrano i reperti funerari rinvenuti nel territorio. Numerosi nuraghi si trovano ancora oggi tra le colline boscose che circondano il paese, insieme a tracce di insediamenti fenicio-punici e romani, questi ultimi favoriti dalla posizione strategica del paese lungo l’asse Karales-Sulci.

Nel Medioevo, Villamassargia era tra i centri più importanti del Sulcis: nel 1300 era il capoluogo della curatoria del Cixerri (o Sigerro), con competenza su circa 30 villaggi. Dopo un periodo di dominazione pisana, tra il 1295 e il 1302, passò sotto il controllo aragonese nel 1324. Durante questi secoli, il paese godette di un notevole sviluppo grazie ai traffici minerari e alla stabilità economica fondata su agricoltura e allevamento.

Una comunità viva nel cuore del Sulcis

Secondo i dati ISTAT più recenti, Villamassargia conta 3.835 abitanti distribuiti su 91,43 km², a un’altitudine di 126 metri sul livello del mare. È situato nella pianura a sud del rio Cixerri, in un contesto geologico e ambientale di grande interesse, caratterizzato da calcari, vulcani spenti e boschi rigogliosi.

Tesori da scoprire: chiese, castelli e natura

Tra i monumenti più rappresentativi c’è la splendida Parrocchia della Madonna delle Nevi, iniziata nel XIII secolo e completata nel XVI, con elementi architettonici che raccontano secoli di storia. La Chiesa di San Ranieri, oggi dedicata alla Madonna del Pilar, risale al 1300 ed è un raro esempio di romanico tardo in Sardegna.

Imponente anche se in rovina, il Castello di Gioiosa Guardia domina dall’alto un monte vulcanico. Costruito dai pisani, fu baluardo strategico per il controllo del territorio e delle miniere. Era collegato al Castello dell’Acquafredda di Siliqua e alla città fortificata di Iglesias.

Tra le meraviglie naturali spicca la miniera di Orbai, incastonata in un fitto bosco, testimonianza della lunga storia mineraria del Sulcis.

Tradizioni ed eventi: un calendario ricco tutto l’anno

Villamassargia è un paese culturalmente vivace, dove ogni mese si organizzano eventi, rassegne e sagre. La manifestazione più sentita è la festa in onore della Madonna del Pilar, patrona del paese, che si celebra a settembre con riti religiosi, spettacoli folkloristici e momenti di condivisione.

Non mancano eventi sportivi, mostre d’arte e iniziative legate alla riscoperta delle tradizioni locali, che coinvolgono attivamente la popolazione.

Saperi antichi: artigianato e gastronomia

Il borgo è famoso per la sua tessitura artigianale, che produce con telai tradizionali tappeti, tende e altri manufatti in lana e cotone. Anche la cesteria in vimini mantiene viva un’arte antica tramandata da generazioni.

A tavola, Villamassargia celebra i sapori autentici della Sardegna: porchetto e agnello arrosto, pani tradizionali, amaretti, pardulas e tanti altri dolci tipici, preparati secondo le ricette di un tempo. Il tutto accompagnato da ottimi vini e prodotti locali.

Curiosità: Astia, il villaggio dimenticato

Tra i villaggi medievali scomparsi, Astia è uno dei più affascinanti: nel Trecento contava circa 700 abitanti ed era uno dei più popolosi del territorio. Le sue tracce, oggi quasi invisibili, raccontano di un passato ricco e fiorente, dimenticato dal tempo ma non dalla memoria collettiva.

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