Nel cuore selvaggio e verdeggiante del Sulcis, Villaperuccio si presenta come un piccolo scrigno di tesori antichi e saperi tramandati. Un borgo che affonda le sue radici nella preistoria, famoso per la maestosa necropoli di Montessu e per un’identità profondamente legata alla terra, alle tradizioni e all’accoglienza.
Un viaggio lungo millenni: le origini di Villaperuccio
Il territorio di Villaperuccio fu abitato già nel III millennio a.C., da comunità agricole e pastorali che vivevano in capanne e utilizzavano la fertile pianura per la coltivazione. Il lascito più impressionante di queste antiche civiltà è la straordinaria necropoli di Montessu, uno dei siti prenuragici più importanti della Sardegna, con oltre 40 Domus de Janas scavate nella roccia e decorate con motivi simbolici.
Successivamente, la zona fu frequentata da fenici e punici, e nel Medioevo fece parte del Giudicato di Cagliari. Nel 1257 passò alla potente famiglia pisana dei Della Gherardesca, per poi essere governata, dal 1464, dagli Otger, nobile stirpe di origine catalana. In epoca moderna diventò baronia e feudo regio, fino alla definitiva abolizione del feudalesimo nel 1840.
Una piccola comunità tra storia e natura
Oggi, Villaperuccio conta 1.128 abitanti, distribuiti su una superficie di 36,30 km², a pochi chilometri da Santadi e Narcao. Il centro abitato ha una conformazione allungata e si sviluppa in pianura, con case tradizionali a piano unico, costruite in pietrame, fango e mattoni, spesso dotate di un piccolo cortile posteriore. Il comune comprende le frazioni di Is Pireddas, Is Cotzas e Tenazzu, immerse nella macchia mediterranea.
Cosa vedere: la meraviglia di Montessu e la semplicità del borgo
La grande protagonista del territorio è senza dubbio la necropoli di Montessu, un complesso preistorico di rara bellezza e straordinario valore archeologico. Situata in un anfiteatro naturale, è immersa in un paesaggio silenzioso e suggestivo, ideale per camminate lente e visite guidate a tema.
Anche il paese, con la sua semplicità architettonica e il contesto naturale circostante, offre scorci di autentica Sardegna. Passeggiare per le vie di Villaperuccio significa entrare in contatto con una quotidianità serena, tra orti, vigneti e vecchie case in pietra.
Tradizioni ed eventi: spiritualità e identità collettiva
Il calendario di Villaperuccio è scandito da importanti momenti religiosi e comunitari. Il 20 agosto si celebra la festa patronale della Madonna del Rosario, mentre all’inizio dell’estate si svolge la festa dedicata alla Madonna delle Grazie (Is Grazias), animata da riti religiosi e momenti conviviali.
In dicembre, la Sagra di Santa Lucia unisce la devozione alla riscoperta dei sapori locali, mentre a marzo si tiene la Sagra dell’Arancio, accompagnata da una mostra dell’artigianato, con protagonisti tappeti tessuti a mano e cesti in vimini.
Artigianato e gastronomia: mani sapienti, sapori genuini
Villaperuccio mantiene viva una preziosa tradizione artigiana, soprattutto nella tessitura di tappeti in lana pregiata e nella cesteria in vimini, con lavorazioni tramandate di generazione in generazione.
La cucina locale è semplice ma gustosa, con primi piatti come i ravioli di ricotta e i classici gnocchetti sardi, accompagnati da formaggi saporiti e dolci tipici della tradizione contadina. Tra i vini spiccano il Moscato, il Carignano del Sulcis e il Nuragus, perfetti per esaltare ogni portata.
Curiosità: la bellezza dell’essenziale
Villaperuccio è uno di quei luoghi dove l’essenziale diventa straordinario. Non ha grandi palazzi o monumenti fastosi, ma offre un’autenticità rara, fatta di silenzi, profumi di macchia, ospitalità sincera e sguardi che raccontano storie millenarie.
Il sito archeologico di Montessu è stato spesso utilizzato anche per eventi culturali all’aperto, come spettacoli teatrali e concerti, grazie alla sua acustica naturale e al contesto mistico in cui si trova.