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Percorso Storico Minerario: Il Grande Sviluppo

Nella seconda metà dell’800 in tutta Europa si verificarono notevoli sviluppi per quando riguarda i settori produttivi, estrattivi e industriali che portarono alla diffusione di nuove invenzioni.

Intorno al 1850 nacque ad Iglesias la famosa Società Monteponi che divenne nel corso del tempo vera leader nel settore estrattivo e soprattutto grande industria efficiente e sempre all’avanguardia per quanto riguarda le varie attrezzature e i macchinari che adoperava.

La Società aveva acquisito la miniera attraverso un’asta pubblica, la presidenza venne ricoperta da Paolo Antonio Nicolay, il più noto banchiere del tempo che iniziò subito importanti lavori di ristrutturazione tra i quali la sistemazione della strada che da Iglesias porta a Fontanamare, dove all’epoca vi era un efficiente porto che serviva soprattutto per l’imbarco di materiali e di minerali.

I principali minerali estratti erano il piombo e l’argento. Nasceva in quel periodo un’altra grande risorsa mineraria della zona, lo zinco, un minerale ricercatissimo in tutta Europa.

Il piano topografico della miniera fu eseguito dall’ingegnere Keller.

Sempre nella seconda metà dell’800 nacquero piccole e grandi società minerarie, che ebbero però vita breve.

Nel 1861 la direzione di Monteponi fu assunta dal noto ingegnere Pellegrini, a lui si devono le importanti svolte dei ritmi produttivi, l’inizio dell’importante scavo del pozzo che venne poi chiamato Vittorio Emanuele, lo scavo di Is Cungiaus, a forma di cono rovesciato che ricorda l’inferno di Dante Alighieri, l’edificazione di un importante ospedale con oltre 40 posti letto, tante abitazioni per gli operai, laverie nelle miniere più produttive e infine la costruzione di una casa direttiva denominata Bellavista. Fu affrontato il problema dei collegamenti, l’isola era, infatti, praticamente priva di vie di comunicazione e di strade ferrate e nel 1865 fu collegata la prima rete ferroviaria presso la miniera di San Leone, la ferrovia giungeva sino a Porto Vesme e passava per Monteponi.

In breve tempo si formarono maestranze locali specializzate e vennero costituiti dei corsi per minatori, il più famoso venne istituito a Iglesias dedicato a Giorgio Asproni, ancora oggi esistente ma con indirizzi nuovi e differenti, all’epoca era un istituto tecnico specifico per i minatori e favoriva il loro inserimento nelle attività estrattive.

Importantissimo il lavoro dei battellieri che effettuavano i trasporti di minerali dell’Isola di San Pietro. Con circa 200 barche di carico trasferivano diverse tonnellate di materiale il tutto senza soste e con gravi pericoli.

Il carbone del Sulcis iniziò a valorizzarsi proprio intorno alla metà dell’8oo con l’affermazione del settore estrattivo.

Il primo bacino fu scoperto a Gonnesa da Ubaldo Millo nel 1851 in una regione quasi completamente deserta, occupata solo da poche capanne di pastori e agricoltori.

Il primo grande coltivatore del carbone sardo fu però l’ingegner Anselmo Roux cui è stato dedicato un importante monumento. L’ingegnere vendette il pregiato e ricercato carbone al Ministero della Marina, riuscì a indirizzarlo ai più importanti mercati, ma incontrò alcune difficoltà a causa del difficile rapporto qualità costo.

Alla fine dell’800 alcune miniere di carbone passarono nelle mani della Società Monteponi, assumendo un ruolo molto importante per la società e per le vicine industrie, soprattutto la produzione di carbone venne indirizzata nella produzione dell’energia termoelettrica, la più importante centrale fu costituita a Portovesme nel 1927.

Sul finire del XIX secolo l’attività estrattiva produceva soprattutto piombo e zinco. Le miniere più importanti ed efficienti erano quelle di Monteponi, Malfidano e San Giovanni.

Che portarono alla nascita e allo sviluppo di nuovi centri, Buggerru ne rappresenta il classico esempio, infatti, successivamente alla scoperta e alla valorizzazione dell’importante giacimento di Malfidano è sorto il centro abitato che arrivava a ospitare nei periodi di maggior picco sino a 6.000 abitanti.

Il governo nazionale dapprima aveva lasciato le miniere libere da qualsiasi vincolo legislativo poi introdusse le tariffe doganali.

Il continuo progresso tecnologico rivestì un ruolo importante soprattutto per le invenzioni locali, ma soprattutto per l’arrivo e per la diffusione dell’energia elettrica in tutte le miniere.

L’evoluzione aveva modificato le tecniche di scavo nelle gallerie, infatti, si diffusero in brevissimo tempo gli esplosivi che risparmiavano le innumerevoli fatiche dei minatori.

Vennero costruite numerose laverie.

Un problema del periodo fu quello dell’acqua, soprattutto per le miniere di Monteponi che avevano un eccessivo livello idrostatico, pari a 70 metri sopra il livello del mare. Furono tentati numerosi esperimenti per risolverlo, ma si rivelavano tutti poco producenti. Solo l’ingegnere Pellegrini riuscì a progettare un nuovo ed efficiente pozzo che riusciva a risolvere, almeno in parte, il problema. Il pozzo venne costruito vicino al già esistente Vittorio Emanuele e gli venne assegnato il nome di Sella. Il nuovo pozzo riusciva ad abbassare solo di alcuni metri il livello idrostatico e per questo il progetto, pur essendo buono, venne dichiarato fallito.

Nello stesso periodo venne progettata da Erminio Ferraris, un esperto direttore tecnico, la lunga galleria Umberto I che collegava e univa Monteponi con la lunga spiaggia di Fontanamare. Per i lavori della galleria fu aperto anche un nuovo pozzo chiamato Boccarini, nome di un imp0rtante ministro che in quel periodo visitò la miniera. Quest’opera riuscì finalmente anche a liberare il livello idrostatico che arrivava a 16 metri sul livello del mare.

L’ingegnere fece poi costruire due laverie: la Laveria Calamine, per arricchire le calamine di zinco e la Laveria Magnetica, per le calamine ferruginose ed un importante Fonderia di due piani che si specializzò poi nel trattamento del piombo. Grazie alla direzione dell’ingegnere Ferraris la Società Monteponi si distinse per la capacità tecnica e operativa che divenne la più esperta della zona nella produzione di piombo.

Malfidano invece si distingueva per la produzione di zinco, la miniera era un grande scavo a cielo aperto che produceva ogni giorno diverse tonnellate di materiale che veniva trasportato nella spiaggia. Tutte le operazioni di trasporto della miniera si svolgevano grazie all’utilizzo di un binario che trasportava carrelli trainati da locomotori a vapore. In tutto il litorale operavano le numerose laverie.

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